I Responsabili della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza si sentono lasciati soli.
A ben vedere, sono soli anche il responsabile della digitalizzazione, della salute e sicurezza , del trattamento dei dati personali.
Tutti lasciati soli.
Una folla di persone sole
Le nostre organizzazioni pubbliche sono affollate di Responsabili – e non solo – sofferenti di solitudine.
Sembra un paradosso, ma è proprio così: negli uffici della pubblica amministrazione si aggira una moltitudine di persone sole.
Quella solitudine che giorno dopo giorno ti toglie la buona volontà trasformandola in dovere.
Solitudine alimentata da azioni rituali, senza vitalità; solitudine riempita di documenti formali, astratti e in larga misura sterili.
Un fare solo per adempiere, per non incorrere in sanzioni. Un fare appesantito e rallentato dal senso che non si trova in quello che si fa.
Il senso perduto dell’utilità sociale del proprio lavoro; perché che non trovano risposte.
Cosa puoi fare?
Già ti è noto, ma è bene ribadirlo: la collaborazione/attenzione che auspichi non si realizza da sé. Non è una condizione di cui qualcuno ingiustamente ti priva.
Coinvolgere attivamente tutte le componenti dell’ente al fine di realizzare un sistema efficace di prevenzione della corruzione, è la finalità del tuo ruolo.
Finalità, appunto. La collaborazione/partecipazione al processo di prevenzione della corruzione è una meta da raggiungere, non la condizione di partenza.
Sei già arrivato alla meta? Perfetto. Ora il tuo compito è mantenere questa situazione.
Il tuo ente è in cammino verso la meta? Ci sono miglioramenti anno su anno? Molto bene. vigila sul processo e intervieni per rimuovere eventuali ostacoli che il tuo ente potrebbe incontrare.
Non sta succedendo niente? La prevenzione della corruzione viene vissuta come un ulteriore e inutile adempimento burocratico? Allora il tuo compito è innescare un processo di cambiamento.
Non è semplice ma non è un traguardo impossibile
Innescare il processo di cambiamento
Alcuni RPCT mi confidano: “Antonio, ma devo fare il Don Chisciotte? Tutti se ne disinteressano e io mi devo immolare?”
No! non sei chiamato a fare il Don Chisciotte; non devi scovare i corrotti e non devi combattere contro nessuno.
Devi solo fare bene un aspetto qualificante (forse il più qualificante) del tuo lavoro di Responsabile: innescare un processo di cambiamento, ovvero attivare una persona, un gruppo o un’intera comunità lavorativa affinché possa far meglio, in questo caso possa realizzare e far funzionare realmente il sistema di prevenzione della corruzione.
Come si innesca il cambiamento?
Il tuo vero problema non è la solitudine (del RPCT). Il vero problema è il cambiamento.
La solitudine è un fatto che si è già determinato e che non può più essere cambiato.
Se non fai nulla di diverso di quanto hai fatto finora, è altamente probabile che in futuro ti succeda la stessa cosa.
Se, invece, vuoi realmente cambiare il modo con cui il tuo ente, intendo dire le persone del tuo ente, si approcciano alla prevenzione del corruzione e, quindi, non sentirti più solo, devi iniziare ponendoti una domanda.
Il cambiamento inizia sempre da una domanda
Le domande sono molle potenti per lo sviluppo degli esseri umani.
Gli scienziati si fanno delle domande e grazie a queste la scienza progredisce.
Le domande degli scienziati, in genere, iniziano con la parola Perché
Sono domande che guidano alla scoperta di un principio sottostante ad un fenomeno naturale.
Perché quando una mela si stacca dall’albero cade in terra invece di galleggia nell’aria?
Questa fu la domanda che guidò Newton a scoprire la legge di gravità.
La grandezza di uno scienziato non sta tanto o solo nella risposta che si dà, quanto piuttosto nella domanda che si pone.
Poniti la giusta domanda
Chi , invece, vuole cambiare una situazione che si verifica in un’organizzazione, come quella di cui qui stiamo discorrendo, si pone un’altro tipo di domanda.
Si pone quella che noi chiamiamo domanda di sviluppo.
Una domanda di sviluppo inizia con la parola Come…
Le risposte alle domande che iniziano con Perché forniscono una spiegazione di un determinato fatto, con l’illusione che, se riesci a comprendere il meccanismo di causa-effetto, basta rimuovere la causa per ottenere l’effetto desiderato.
Nelle vicende di noi esseri umani non sempre, anzi quasi mai, le questioni sono così semplici e lineari.
Infatti le domande che iniziano con Perché possono avere risposte diverse tra loro senza possibilità di stabilire con certezza quale sia quella giusta.
Se io pongo la seguente domanda: “Perché i Responsabili della prevenzione della corruzione sono lasciati soli nel delicato compito di realizzare sistemi efficaci di prevenzione della corruzione?”, molto probabilmente otterrei risposte diverse da ogni mio interlocutore.
Se poi aprissi un dibattito, la cosa più facile che possa accadere e che non si raggiunga nessun accordo sulla risposta da dare alla domanda iniziale.
Gli animi dei partecipanti al dibattito potrebbero accendersi e, in ogni caso, potremmo costatare l’assoluta mancanza di passi avanti verso la soluzione del problema.
La riconosci questa dinamica? E non dirmi che si presenta solo quando parliamo di prevenzione della corruzione.
Se sei tra quelli che davvero vogliono realizzare un sistema di prevenzione della corruzione nel tuo ente, partecipato e vivente nei comportamenti quotidiani dell’organizzazione, devi farti una domanda che inizia con Come.
Questo genere di domanda, a differenza di quelle che iniziano con Perché, orienta la riflessione verso l’azione sperimentale e la sperimentazione verso la meta.
A partire da una criticità riscontrata (la solitudine del RPCT) la domanda che inizia con la parola Come … mi spinge, in quella precisa organizzazione, a generare e sperimentare soluzioni creative.
La domanda di sviluppo, in questo caso potrebbe essere la seguente:
“Come faccio a coinvolgere nella predisposizione, monitoraggio e miglioramento del sistema di prevenzione della corruzione l’organo di indirizzo, i responsabili e i dipendenti tutti?”
Ti risuona questa domanda? E’ una domanda a cui vorresti dare una risposta?
Compila il modulo che trovi qui sotto per conoscere il secondo passo che dovrai fare per attivare le persone del tuo ente verso una maggiore partecipazione alla realizzazione di un sistema di prevenzione della corruzione intelligente.
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Dott. Antonio Cappiello
Esperto Anticorruzione
“Perché la corruzione è furba e l’Anticorruzione deve essere intelligente.”
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