Non tragga in inganno la parola esterno, il cui significato letterale è : ciò che si trova o appare di fuori.
Nel linguaggio corrente, con il termine esterno indichiamo allo stesso tempo la distinzione e la separazione degli oggetti: ciò che è interno non solo è diverso da ciò che è sterno , ma è anche separato.
Pertanto, se ciò che è interno all’ente è distinto e separato da ciò che è esterno, per quale motivo, ci si potrebbe domandare, il PNA ci chiede di analizzare il contesto esterno?
In realtà, come ci sta rilevando la fisica quantistica, le cose sono distinte ma non sono separabili.
Se vogliamo comprendere il funzionamento delle cose, dobbiamo vederle nella loro interazione con le altre cose.
Questo principio, naturalmente, vale anche per le organizzazioni come il tuo ente.
Perché siamo interessati al funzionamento?
Non diciamo forse che la corruzione si contrasta anche prevenendo il cattivo funzionamento dell’ente? Anzi, non è proprio questo, ovvero prevenire la corruzione nella sua accezione più ampia di mal funzionamento, il compito specifico che la legge 190/2012 affida ad ogni singolo ente?
Qualcuno potrebbe obiettare che corruzione e mal funzionamento sono due cose diverse e che è riduttivo o, peggio ancora, fuorviante vedere o cercare la corruzione nel malfunzionamento.
Questa obiezione meriterebbe un’approfondita e articolata risposta ma ci porterebbe fuori dal nostro tema principale. Tuttavia mi preme mettere in evidenza tre punti di partenza di tre ragionamenti diversi ma che conducono alla stessa risposta:
- se il termine corruzione va inteso nel senso più ampio di mal funzionamento e, funzionare significa semplicemente adempiere la propria funzione (confronta vocabolario), l’ente che mal adempie le proprie funzioni, quindi mal funziona, è corrotto;
- così come per il corrotto la corruzione rappresenta il mezzo per realizzare il suo fine (soddisfare in modo illegittimo i propri interessi), anche per l’ente la prevenzione della corruzione rappresenta uno dei mezzi per realizzare il suo fine: tidurre il rischio di mal funzionare;
- è davvero raro trovare un ente ben funzionante al cui interno avvengono episodi di corruzione. I comportamenti illegittimi di tipo corruttivo si avvalgono del, o producono, malfunzionamento. Viceversa, un ente ben funzionante, ovvero che adempie la propria funzione, è la prova della mancanza di corruzione.
Approfondirò questi argomenti in un prossimo scritto.
Come funzionano le cose?
Ma torniamo a noi, come ci può essere utile l’analisi del contesto estereno ai fini della prevenzione della corruzione?
La natura ci offre numerosi spunti di osservazione e ispirazione.
Prova a sradicare una pianta da un vaso, adagiala sulla tua scrivania e vediamo se sei in grado di osservare e spiegare il funzionamento della pianta.
Infatti, è possibile comprendere il “funzionamento” di una pianta, non solo se si riconosce la specie (riconoscere la sua unicità grazie al principio di distinzione) ma anche se si considera come le caratteristiche del suo esterno (terra, altitudine, esposizione al sole, clima) agevolano o ostacolano il suo funzionamento = adempiere la sua funzione. In ogni caso, senza l’esterno, la pianta non potrebbe funzionare e quindi esistere.
Anche il tuo ente senza l’esterno non potrebbe esistere
Interno ed esterno, in realtà, sono categorie illusorie, perché l’esterno fluisce verso l’interno e l’interno verso l’esteerno: ciò che prima era fuori, attraverso opportuni processi di trasformazione, viene portato dentro e ciò che è dentro, anche in questo caso attraverso gli opportuni processi di trasformazione, viene restituito fuori.
Anche il tuo ente è connesso ed è un nodo di un sistema più ampio, da cui prende risorse e a cui restituisce risorse attraverso un respiro vitale. La qualità del contesto esterno condiziona la qualità del respiro dell’ente, ovvero la capacità di acquisire e restituire risorse. Ma la relazione è bidirezionale: è vero anche che il modo di funzionare del tuo ente, condiziona la qualità del suo contesto esterno. E qui troviamo il fondamento dell’approccio sistemico-evolutivo che sta alla radice della metodologia di Anticorruzione Intelligente
Come si delimita il Contesto Esterno?
Ora che abbiamo compreso quanto è importante il contesto esterno per il funzionamento dell’ente, sorge immediatamente una domanda: come individuiamo il contesto esterno?
Prima di affrontare la domanda, però, vorrei che tu ti soffermassi sul respiro vitale del tuo ente e di come il contesto esterno possa agevolare o ostacolare il funzionamento dell’ente stesso e viceversa.
Già solo portare l’attenzione su questo punto, ti fa entrare in una nuova consapevolezza non solo rispetto al ruolo del tuo ente, ma anche rispetto al tuo ruolo di RPCT.
Il tuo ente può vivere in un contesto più o meno idoneo a realizzare il suo funzionamento. Ciò vuol dire che deve attrezzarsi per ben funzionare tenendo conto del contesto esterno, sapendo che il solo suo “meglio funzionare” innesca un miglioramento del contesto esterno.
E la stessa cosa vale anche per te in quanto RPCT
Anche tu sei in connessione con un contesto esterno al tuo ruolo o al tuo ufficio, un contesto che influenza il tuo funzionare da RPCT.
La tua risposta, ovvero il modo fare il RPCT non può essere indifferente al contesto esterno in cui operi (Organo di indirizzo, dirigenti, dipendenti, ecc.) e non può neanche essere una risposta adattiva, ovvero mi adatto a prendere le risorse che mi vogliono dare e mi adatto a restituire le risorse che, in queste condizioni, posso produrre.
Anche tu, con il tuo “meglio funzionare” modifichi il tuo contesto esterno
Anzi, è l’unico modo che hai di migliorare la tua realtà.
Avremo modo di ritornare su questo punto qualificante della metodologia di Anticorruzione Intelligente
Ripartiamo dalla domanda iniziale,: come si definisce il contesto esterno ?
Continuiamo con la similitudine: così come per la pianta il contesto esterno è costituito da un lato, da ciò che le fornisce il nutrimento e, dall’altro, da chi beneficia dei suoi frutti; così il per il tuo ente il contesto esterno è rappresentato dai luoghi (geografici o di settore) in cui vengono acquisite le risorse e in cui vengono restituiti i frutti.
L’analisi del contesto esterno richiede, pertanto, l’individuazione delle maggiori categorie di portatori di interesse con cui l’ente intrattiene relazioni di qualsiasi natura (a cui prende risorse e a cui restituisce frutti).
Quali risorse acquisisce l’ente dall’esterno per funzionare?
L’ente acquisisce tre tipologie di risorse per il suo funzionamento: denaro, beni e persone.
Ogni risorsa viene attinta da un contesto che presenta caratteristiche peculiari.
Analizzare i diversi contesti esterni vuol dire valutare attraverso un esercizio logico – deduttivo supportato da dati oggettivi, come essi concretamente possono influire sul funzionamento dell’ente.
Il contesto economico
La risorsa denaro e figlia di un contesto economico.
Come puoi definire il contesto economico del tuo ente?
Provando ad individuare i soggetti che forniscono la risorsa economica al tuo ente e individuando altresì dove essi sono ubicati in termini di territorio e/o di settore economico.
Ora dovresti domandarti, rispetto alla risorsa denaro, quali sono le caratteristiche del contesto (economico) che possono influire sul buon o mal funzionamento del tuo ente?
Una delle caratteristiche del contesto economico potrebbe essere, ad esempio, la disponibilità di denaro; allora bisognerebbe chiedersi: qual è la dinamica economica del contesto? Vi è sviluppo o declino? La risorsa economica è ben distribuita o è concentrata? Aumenta o diminuisce il numero di soggetti da cui preleviamo risorse? Da dove, a loro volta, essi si procurano le risorse economiche?
L’evasione fiscale e tributaria è una pratica diffusa nel contesto economico di riferimento?
Quali sono le prospettive future del contesto economico?
Attraverso la risposta a queste ed altre domande che ti sembrano pertinenti, potrai pian piano delineare il contesto economico di riferimento del tuo ente.
Il Contesto imprenditoriale
L’ente per funzionare si nutre di beni e questi vengono forniti in genere da imprese.
A seconda della tipologia dell’ente, può essere rilevante definire il contesto imprenditoriale in termini territoriali o settoriale. In alcuni casi, forse, può essere utile tener conto di entrambe i termini del contesto.
Proviamo a domandarci: quali sono i fattori rilevanti del contesto in esame ai fini del buon o mal funzionamento del nostro ente?
E’ un contesto concorrenziale o meno? E’ innovativo o conservativo?
Ci sono pratiche di cartello o accordi tra gli operatori?
E’ un contesto imprenditoriale autonomo dalla politica o intrecciato con la politica?
Naturalmente non è sbagliato chiedersi come il contesto imprenditoriale di riferimento si caratterizza rispetto ai reati societari, al rispetto dei contratti di lavoro e alle norme di sicurezza, all’infiltrazione mafiosa, ai reati di riciclaggio e corruzione trovando risposte non solo in analisi di tipo qualitativo ma anche riportando dati oggettivi.
Il Contesto sociale
La terza tipologia di risorsa a cui l’ente attinge per il suo funzionamento è rappresentata dalle persone di cui l’ente si avvale per realizzare i suoi scopi.
Queste persone provengono da un contesto sociale la cui peculiarità è data dalla mentalità più o meno aperta. Quali valori esprime il contesto sociale? Come viene concepito il lavoro? Lo spirito di iniziativa viene incentivato o frustrato? E lo spirito di collaborazione?
Nel contesto di riferimento ( determinato si geograficamente sia per settore o comparto) sono frequenti i casi di inosservanza delle norme contrattuali anche gravi come ad esempio “furbetti del cartellino”? Queste sono alcune delle domande che ci possono essere utili a descrivere il contesto sociale da cui l’ente assorbe li propri collaboratori e i loro comportamenti lavorativi.
Abbiamo detto che il contesto esterno di un ente è rappresentato dall’ambiente in cui opera, ovvero è definito dall’ambito in cui l’ente prende e restituisce risorse.
E a chi restituisce le risorse? Ai beneficiari, a coloro che beneficiano del funzionamento dell’ente.
Anche questi beneficiari vivono in contesto sociale. Contesto la cui peculiarità ai nostri fini è data da caratteristiche come il senso della cosa pubblica, il senso etico e rispetto delle leggi. Caratteristiche che possono essere espresse da una serie di dati come ad esempio: atti di vandalismo; pulizia e stato di conservazione/degrado dei beni pubblici (strade, parchi, ecc); abusivismo; reati contro la pubblica amministrazione, reati ambientali, spaccio di droga; presenza di sale da gioco e gioco d’azzardo; prostituzione, reati contro minori. Anche i questo caso non è sbagliato riportare la presenza o meno di organizzazioni criminali mettendo in evidenza come queste inquinano con la loro azione il contesto esterno da cui l’ente preleva e restituisce risorse.
Possiamo concludere affermando che l’analisi del contesto esterno ci permette di cogliere l’humus che caratterizza il contesto in cui l’ente opera al fine di valutarne il grado di compatibilità rispetto alla sua funzione.
Condivisione e processo
Gli enti condividono il loro contesto esterno e sarebbe bene che condividessero anche la sua analisi.
Ma ricorda, niente accade da sé. Qualcuno deve prendere l’iniziativa di volerlo fare accadere
Prendere l’iniziativa è fondamentale nel processo di cambiamento e, se facendo prevenzione della corruzione non fai cambiamento, dubito che stai facendo prevenzione della corruzione.
Se hai una domanda di cambiamento, e se sei giunto al termine di questo scritto sicuramente ce l’hai, ora devi solo prendere l’iniziativa.
Trova tu la strada migliore per mettere intorno ad un tavolo con un piccolo gruppo di tuoi colleghi RPCT e capire come insieme e meglio potreste realizzare l’analisi del contesto esterno.
Potrebbe essere una giornata di riflessione comune anche sul vostro ruolo, per capire come meglio funzionare, come instaurare un rapporto di reciproco sostegno sulla via del cambiamento che siete chiamati a far fare ai vostri enti. Certo, se è un incontro lasciato allo spontaneismo comportamentale e alla buona volontà potrebbe rivelarsi un’inutile perdita di tempo.
Ma se hai compreso che oltre ad uno slogan Anticorruzione Intelligente è l’applicazione rigorosa di una metodologia di sviluppo delle doti personali di Leadership Orizzontale e del processo di evoluzione organizzativa richiesta per l’implementazione del PNA nel tuo ente, allora puoi contattarmi con fiducia e insieme valuteremo se e come come posso esserti di supporto.
Grazie per l’attenzione che mi hai dedicato
Antonio Cappiello
cappiello@anticorruzione.it
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