Quest’anno niente tradizionale check-list di controllo per il nuovo PTPCT.
Negli ultimi tempi ho visto piani di prevenzione decisamente migliorati e completi, almeno dal punto di vista formale.
Così ho pensato che realizzare la check-list in occasione della scadenza della presentazione del PTPCT 2021-2023, sarebbe stato un gesto vuoto, guidato più dal solco della tradizione che non dalla ragione dell’utilità.
Il rischio di farsi ipnotizzare dalla ripetitività degli eventi è alto e lo si può mitigare rinnovando la connessione alla finalità dell’azione.
Fai così anche tu?
Acquisire consapevolezza della connessione tra il gesto, l’azione e la sua finalità, è la pre condizione per poter fare qualsiasi cosa di intelligente, anche la prevenzione della corruzione.
La check-list in fase successiva
Se, dopo otto cicli di PTPCT, più o meno tutti hanno imparato a scrivere un Piano di prevenzione della corruzione allora, forse, è più utile proporre una check-list che potremmo definire in “fase successiva”.
Sì, una lista di controllo utile alla verifica a posteriori, dopo la pubblicazione del PTPCT 2021-2023, tre questioni fondamentali e intimamente legate tra loro:
- perché fai il Piano di prevenzione della corruzione
- come lo fai
- come potresti farlo meglio
Perché fai il Piano di prevenzione della corruzione
- Se a questa domanda non ti viene immediato rispondere “per ridurre il rischio di corruzione nel mio ente”, dovresti sentire suonare un campanello di allarme. Se così è, inoltre, tutte le difficoltà che stati incontrando nello svolgere il ruolo di RPCT, molto probabilmente sono lo specchio del tuo disallineamento con le vere finalità del Piano.
Dovresti interrogarti e riflettere sul tuo principio guida nascosto, ovvero quel principio che fornisce il senso e rappresenta il fine della tua azione. Se diventi consapevole del principio guida nascosto e della relazione principio guida >> difficoltà (è vero anche il contrario: le difficoltà rafforzano il principio guida il quale, così rafforzato, aumenta le difficoltà), allora ti sarà più facile comprendere che per superare le difficoltà devi cambiare il principio guida. Non è semplice ma con un adeguato training si può fare.
Come hai fatto il Piano di prevenzione?
Nutri dubbi sull’effettiva capacità del tuo Piano di prevenire davvero la corruzione nel tuo ente? Se la risposta è “Sì“, allora devi mettere sotto esame i principi logici con cui hai realizzato l’analisi del contesto, la mappatura dei processi, l’individuazione e la valutazione dei rischi, gli indicatori di attuazione delle misure di prevenzione, il processo di monitoraggio.
2. Analisi del contesto esterno.
Attraverso l’analisi del contesto esterno, sei riuscita/o a determinare un coefficiente di rischio ambientale? Se la risposta è no, probabilmente la tua analisi del contesto esterno è didascalica, un collage di dati presi qua e là che non danno il senso di quanto e come le dinamiche ambientali (l’ambiente non è solo il territorio) in cui vive l’ente possono influenzare, inquinare, alterare il normale funzionamento dell’ente.
3. Analisi del contesto interno
Ti sei limitata/o a ad una mera presentazione della struttura organizzativa?
Mi spiace dirtelo, ma non è questo che veniva richiesto.
Attraverso l’analisi del contesto interno, devi mettere in evidenza come le caratteristiche strutturali dell’organizzazione da un lato e, dall’altro, gli elementi più soft come ad esempio il clima organizzativo e la recente biografia dell’ente, determinano un profilo di rischio per l’ente stesso.
A proposito, se vuoi attivare un’indagine sul clima organizzativo del tuo ente, clicca qui per ricevere informazioni
4. La mappatura dei processi
Sei sicura/o di aver mappato i processi? Non rispondere con leggerezza a questa domanda.
Facciamo un test di controllo: hai raggruppato i processi per Area Organizzativa o per qualche altra dimensione con cui si articola la struttura organizzativa del tuo ente? Se la risposta è “Sì“, molto probabilmente non hai mappato i processi ma qualcos’altro, più vicino ai procedimenti che non ai processi.
Se hai mappato qualcosa che non sono i processi, devi considerare priva d’efficacia l’analisi del rischio.
5. Individuazione dei rischi
Se non hai prodotto un registro dei rischi per ogni processo, vuol dire che non hai individuato i rischi. Molti saltano la fase di individuazione dei rischi nei singoli processi per passare subito alla valutazione del rischio, assumendo implicitamente e genericamente che il rischio è la corruzione.
Non è così!
Individuare il rischio vuol dire immaginare quali comportamenti illegittimi possono mettere in atto i portatori di interesse interni ed esterni all’ente, anche in accordo tra divoro, in un determinato processo al fine di soddisfare i loro interessi legittimi o illegittimi. Quindi dobbiamo pensare e descrivere fatti e circostanze apparentemente casuali, azioni e omissioni che di fatto piegano il processo a vantaggio di determinati soggetti.
Proprio là dove ci sono procedure che non lasciano spazio alla discrezionalità, dobbiamo esercitarci ad immaginare come la “ferrea” procedura può essere aggirata in vista del soddisfacimento di un interesse legittimo o illegittimo.
6. Valutazione del rischio
Se il tuo Piano contiene ancora l’analisi del rischio basato su Impatto x Probabilità, non sei Ok.
Infatti, dovresti aver adottato la nuova metodologia di valutazione del rischio indicata nell’allegato 1 del PNA 2019.
Quindi, il valore Alto -Medio-Basso non è più riferito al rischio in sé, ma all’esposizione del processo a quei comportamenti, fatti, circostanze che, con il loro manifestarsi, si oppongono o si frappongono al naturale compimento del processo.
E come hai fatto a giudicare il livello di esposizione al rischio di un processo?
Hai considerato i fattori abilitanti? Hai fornito adeguate motivazioni nel caso di un fattore abilitante considerato ininfluente,?
Hai analizzato i fattori chiave? Hai riportato i dati quantitativi per giustificare le tue valutazioni di carattere qualitativo?
Nel Piano si deve vedere il processo logico, anche sostanziato da dati, che ti hanno portato a considerare un dato livello di esposizione al rischio di un processo. Se non di rintraccia tutto questo nel tuo piano, c’è qualcosa da rivedere
7. Predisposizione delle misure specifiche
Nel caso in cui hai individuato misure specifiche di prevenzione della corruzione (sarebbe strano se nel tuo Piano non fossero indicate misure specifiche), queste dovrebbero essere accompagnate da almeno tre tipologie di indicatori:
- temporali (indicatori che ci fanno capire quando la misura è stata formalmente assunta ed è entrata in vigore)
- di esercizio (indicatori che ci danno l’evidenza che la misura è applicata)
- di efficacia (indicatori che ci danno la misura della sua effettiva utilità)
Se non hai indicato almeno un indicatore per tipologia, si capisce benissimo che quelle descritte non sono misure di prevenzione ma desideri o manifestazioni inconsistenti di volontà
8. Il processo di realizzazione del Piano
Nella sezione “Come hai fatto il Piano”, non poteva mancare il check sul processo che lo genera. Sì, perché come ogni realizzazione anche il PTPCT è il risultato di un processo.
E’ stato un buon processo? si è svolto con il tempo giusto, tutti gli attori hanno contribuito?
Se non ti viene proprio da rispondere in modo affermativo a queste domande, anche in questo caso vuol dire che c’è qualcosa di profondo che non sta funzionando come dovrebbe.
La qualità del processo influisce moltissimo sulla qualità del prodotto che genera (in questo caso il Piano).
Ma c’è anche un altro aspetto su cui ti invito a riflettere: un buon processo non solo trasforma bene degli input in output, ma trasforma (in meglio) anche i soggetti che partecipano al processo.
Se il tuo ente non migliora attraverso il processo di realizzazione del Piano di prevenzione della corruzione, stai sprecando un’occasione.
9. Il monitoraggio
Ecco, se c’è una parte del Piano che ancora viene trascurata, questa è il monitoraggio.
Hai descritto il processo di monitoraggio? Vuol dire indicare la frequenza, i soggetti che intervengono, le attività e il modello di referto. Il tuo Piano riporta tutto ciò?
Come puoi fare meglio?
10.Innanzitutto, spero che sia rimasta la convinzione che fare meglio si possa ed è utile. E’ utile per il tuo ente ma anche per te, per la tua professionalità; per elevarti da semplice esecutore della norma a creatore di un processo vivo e vitale di trasformazione.
Per fare meglio, l’unica cosa certa che sappiamo è che non dovrai fare le cose come le hai sempre fatte.
Se vuoi ottenere un risultato diverso, in questo caso considerarti soddisfatta/o del PTPCT 2022.2024, dovrai cambiare diverse cose: il tuo principio guida, le tecniche, gli strumenti di supporto ma, soprattutto, dovrai imparare a disegnare un processo evolutivo del modo con cui si fa il Piano e delle persone che lo fanno nel tuo ente.
Quella di disegnare processi evolutivi è una delle 4 competenze fondamentali dei “conduttori orizzontali“. Non ho amore per la parola Leader e infatti avrei dovuto scrivere disegnare processi evolutivi è una delle 4 competenze dei Leader orizzontali.
Leader orizzontale quindi, come persone che hanno maturato la capacità di condurre/guidare un processo senza fare ricorso ad un potere derivato dalla posizione gerarchica.
il processo si svolge nel tempo e, come tutte le cose vitali, ha bisogno di un ritmo. Il processo di prevenzione della corruzione si compie in un ciclo di 12 mesi e in questo arco di tempo devi trovare un ritmo all’interno del quale le cose possono avvenire.
Se pensi di rimandare tutto a novembre, ti stati condannando all’impossibilità.
Bisogna partire subito, tenendo conto che quest’anno il processo, salvo proroghe dell’ultimo minuto, si svolgerà in 10 mesi (Aprile 2021-Gennaio 2022). Disegnare un processo vuol dire descriverne a grandi linee lo svolgimento nel tempo, indicando le tappe principali, gli attori coinvolti e cosa ci si aspetta da loro.
Ora tocca a te
Mi rendo conto che in 10 punti posso solo averti fornito qualche stimolo, suggerito qualche punto di attenzione e poco di più.
Se vuoi dare seguito a questa check-list in fase successiva, se vuoi metterti in cammino, esplorare nuovi modi dai fare prevenzione della corruzione e di Essere RPCT, clicca qui per richiedere informazioni sulle iniziative in corso di Anticorruzione Intelligente.
Ricorda, la corruzione è furba,
l’anticorruzione deve essere intelligente
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